
Con l’ali alzate e ferme al dolce nido
Vengono per l’aere, dal voler portate;
Cotali uscir de la schiera ov’è Dido,
A noi venendo per l’aere maligno,
Sì forte fu l’affettüoso grido."
(Inferno canto 82- 87)
La primavera si annunciava vermiglia e le distese di margherite gialle le rendono il giusto scenario per una così solenne ricorrenza. Da sole riempivano la valle dietro la grande roccia bianca, regalando allo sguardo uno scenario indimenticabile.
la sensazione che si prova quando alle parole vien la voglia di tacere.
Centinaia dico, molti di più gli uccelli che sorvolarono in quell'istante, e le loro ombre su di me
pronte a rendersi testimoni della loro forza. Creare nello stesso frattempo, mentre il mio sguardo seguiva tutto trepidante, una simmetria perpendicolare alla mia linea d'ossevazione, uccelli e le rispettive ombre, leggeri entrambi, i primi sopra a volteggiare superando la grande roccia bianca, gli altri scuri schiantarsi su di essa e risalirla per di più tutta, e poi ricongiungersi alla lor prima fattezza, un asse disegnato nella mia mente nella quale inserire le parabole dei miei pensieri ormai involati nel nel loro veloce volteggiare.
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